VIAREGGIO. Il Carnevale contrasta i truffaldini: stanno arrivando in questi giorni, a varie attività commerciali cittadine, messaggi di posta elettronica da un’agenzia di pubblicità in cui si chiede un contributo in denaro per l’AssoRioni e, indirettamente, anche per la Fondazione Carnevale. “Il nostro nome è stato citato impropriamente”, dichiara Alessandro Santini, presidente dell’ente di Palazzo delle Muse. “Invitiamo quindi i commercianti a diffidare da chi chiede soldi senza un regolare mandato per conto della Fondazione Carnevale.”
A proposito di sponsor: solo grazie a investimenti giunti dal settore dei privati è stato possibile assicurare la cerimonia di apertura del prossimo sabato 2 febbraio. “Non si può più vivere di soli finanziamenti pubblici”, prosegue Santini. “Ben vengano, dunque, le sponsorizzazioni private, purché siano marchi credibili associati a prodotti eccellenti.”
Sulla cerimonia, Santini riepiloga le difficoltà che, in un primo momento, avevano portato alla cancellazione di qualsiasi grandi evento per il 2 febbraio: “Alla crisi economica dobbiamo aggiungere il commissariamento del Comune e i tagli, necessari, alla manifestazione: dobbiamo tirare la cinghia pure noi, come già fanno tante famiglie italiane.
“Questo, però, non deve incidere minimamente su un prodotto di qualità come il nostro. Dobbiamo dimostrare in un mese di cosa siamo capaci e, soprattutto, accontentare i turisti e quanti amano il Carnevale di Viareggio.”
In chiusura non manca una frecciatina ai suoi predecessori a Palazzo delle Muse: “Sono d’accordo con l’ex sindaco Luca Lunardini quando diceva che il Carnevale debba iniziare a camminare con le proprie gambe. Per fare questo bisogna saperci rendere appetibili agli sponsor.
“Io ci ho sempre messo la faccia, ma devo anche riconoscere che non è facile ricucire lo strappo con certi nomi, anche di rilievo, che in passato non sono stati trattati adeguatamente da Viareggio e dal suo Carnevale. Noi, ovviamente, andiamo a bussare a varie porte, ma qualcuno potrebbe non aprirci dopo che ci siamo giocati la nostra credibilità qualche anno prima.”
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